I quaderni dell’APIS

I Quaderni dell’APIS n.2

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Sezione: Archivi regionali

Le rappresentazioni dell’immigrazione e il caso Sicilia: (2005-2010)

Il volume raccoglie le fotografie dell’APIS (Agenzia per l’immagine siciliana) realizzate in Sicilia in questi ultimi anni intorno al tema degli immigrati e, più in generale, a quanti, pur stanziati nell’isola da tempo, in essa s’inscrivono mantenendo lo stigma di una marcata diversità e alterità. Immagini umili, colloquiali, acute che tentano di costruire un testo che tenga conto di alcuni dei più frequenti vizi della rappresentazione fotografica dell’immigrato, in Italia e, più in generale, in Occidente. Un immigrato, dunque, che sia affrancato dal processo di riduzione e semplificazione con cui, per solito, è descritto, dal processo di stereotipizzazione (fondato sulla duplice e coincidente tensione allocronica e orientalistica). Un immigrato che, sottraendosi ad ogni tipizzazione, sia restituito alla sua complessa realtà (una realtà plurale e stratificata), e raccontato senza cedere a quella torsione folkloristica relativa all’enunciazione dell’altro, così frequente nelle rappresentazioni fotografiche di taglio giornalistico come scientifico-sociale. Non, dunque, un “nero”, non una “prostituta albanese”, non un “fedele musulmano”, non una “badante ucraina” o una “colf filippina”, ma uomini e donne concrete che, per la finestra fugacemente schiusa dell’incontro fotografico, testimoniano del proprio fare cose concrete, della propria condizione umana, della propria vicenda storica, della propria tensione al cambiamento e dei propri errori di valutazione (verso il proprio Paese e le possibilità da esso offerte e, soprattutto, verso l’Occidente e la sua capacità di accoglienza e integrazione).

dalla Presentazione di Francesco Faeta

I Quaderni dell’APIS n.1

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Sezione: Archivi regionali

L’isola timida: forme di vita nella Sicilia che cambia (1970-2005)
(con DVD dei Fratelli Mancuso)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La timidezza delle isole è una metafora dei fratelli Mancuso, musicisti passionali di una Sicilia trasformatasi da terra di emigrazione in terra di immigrazione. Timide sono le isole quando, nell’emergere da mare a terra e da terra a mare, si incontrano e tremano negli infiniti ritorni di nuovi e vecchi mutanti. Nel mezzo di questi spazi musicati, affiorano le fotografie di Antonino Pennisi, filosofo per mestiere e fotografo per vocazione. Secondo la sua esperienza ciò che perdiamo della fotografia nel momento in cui la scattiamo è di gran lunga più di ciò che ci riserva come reale testimonianza di storie materiali nascoste: “volevo fotografare l’intensità degli occhi di un contadino durante le lotte sociali degli anni Settanta e, adesso, vedo per la prima volta il suo abbigliamento, i suoi mezzi di trasporto, gli strumenti che usava, il contesto che sfugge all’occhio creativo.” Così tutta la Sicilia fotografata per decenni non esiste più: è cronaca di ciò che forse ancora accade ma che non riusciamo a riconoscere con l’evidenza naturale propria della fotografia.

Dalla Presentazione di A.Pellegrino